Nulla dies sine linea

Ugo Nespolo, l’artista che trasforma il colore in movimento e il gioco in arte, incarna la forza creativa di una fantasia senza limiti: un linguaggio visivo in cui ogni opera è un invito a riscoprire il mondo con occhi nuovi.

Ugo Nespolo nel suo studio

Nespolo, spirito indipendente, sviluppa una sua originale linea di ricerca ed espressione.

Il ponte tra estetica, filosofia e linguaggi artistici

Nel corso della sua carriera, ha maturato esperienze che, in ciascun ambito affrontato, hanno contribuito a plasmare una personalità intrinsecamente aperta e curiosa. Tale inclinazione lo conduce a esplorare ogni percorso che ritenga capace di incarnare la propria visione estetica e filosofica. Le diverse discipline, lungi dall’essere compartimenti stagni, si configurano come linguaggi distinti, utili a esprimere sfaccettature molteplici di un discorso unitario.

Nespolo, in questo senso, si rivolge a un pubblico ampio e variegato: non persegue unicamente l’esercizio intellettuale, ma si pone come mediatore, unendo prospettive divergenti e ricucendo il divario tra arte alta e arte popolare. Con il suo approccio, mira all’inclusione, rendendo accessibile il complesso e coinvolgendo il pubblico in una sorta di giostra intellettuale, che, attraverso colore e ironia, svela le profondità del pensiero in forma ludica e invitante.

“Non si può fare arte senza riflettere sull’arte.”

Ugo Nespolo: Un Maestro dell’Arte e della Sperimentazione

Artista poliedrico, Ugo Nespolo si è distinto per la sua capacità di spaziare tra numerose discipline, dalla pittura al cinema, alla scultura. Nei tardi anni Sessanta è stato parte della prestigiosa Galleria Schwarz di Milano, che annoverava artisti come Duchamp, Picabia, Schwitters e Arman. La sua prima mostra milanese, Macchine e Oggetti Condizionali, curata da Pierre Restany, rappresenta l’atmosfera e le innovazioni del movimento che Germano Celant avrebbe definito Arte Povera.

Nel 1967, l’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol e Yōko Ono lo porta a diventare pioniere del Cinema Sperimentale Italiano, ispirato dal New American Cinema. A Parigi, Man Ray gli affida un testo che Nespolo trasforma nel film Revolving Doors. I suoi film, interpretati da Baj, Fontana, Pistoletto, Boetti e Merz, sono stati proiettati e discussi in importanti musei internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra e la Biennale di Venezia.

Come una delle principali figure della patafisica, Nespolo ha fondato con Enrico Baj l’Istituto Patafisico Ticinese. Nello stesso periodo, con Ben Vautier ha dato vita ai primi Concerti Fluxus in Italia, inaugurati con Les Mots et les Choses. Convinto che l’artista debba essere un intellettuale, Nespolo ha sempre affiancato alla pratica artistica una profonda riflessione teorica, studiando e scrivendo sull’estetica e sul sistema dell’arte.

Il suo straordinario contributo culturale è stato riconosciuto dall’Università di Torino, che il 29 gennaio 2019 gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Filosofia. Nel corso della sua carriera, Nespolo ha esposto in numerose gallerie e musei in Italia e all’estero, consolidando il suo ruolo come figura centrale dell’arte contemporanea internazionale.