CINEMA

Visioni Cinematiche
Nel suo eclettico itinerario attraverso le molteplici espressioni dell’arte, Ugo Nespolo non poteva esimersi dall’indagare anche il linguaggio del cinema d’artista, un medium che egli ha saputo fare proprio già a partire dagli anni Sessanta. Le sue pellicole, frutto di un’originale sintesi tra riflessione teorica e sperimentazione visiva, sono state oggetto di prestigiose retrospettive presso istituzioni di rilevanza internazionale, quali la Tate Modern di Londra e il Moderna Museet di Stoccolma, a testimonianza del loro valore nella storia dell’arte contemporanea.

Montaggio e Puzzle:
L’Armonia nei Frammenti di Nespolo
Per Nespolo, il cinema d’artista riflette l’estetica del puzzle: frammenti uniti svelano un disegno più ampio, in perfetta coerenza con la sua arte.
Il cinema d’artista si configura come un terreno privilegiato per una sperimentazione radicale, un linguaggio espressivo libero da vincoli e costrizioni, dove l’artista può dar forma alla propria visione senza mediazioni. È, al contempo, una sorta di tabula rasa, una tela immacolata su cui imprimere l’essenza del sé creativo, e un gioco rigoroso e affascinante di tecnologie: luci, tempi, suoni si intrecciano in una coreografia di precisione, dando vita a un’opera fluida e pulsante.
In questo contesto, il montaggio diventa il fulcro di un’estetica profondamente legata all’idea del puzzle: frammenti apparentemente disgiunti trovano la loro coerenza, componendo un disegno più grande e significativo. Questa stessa logica, già evidente nei collage pittorici di Nespolo, si traduce nel cinema in una narrazione visiva dove ogni elemento, pur nella sua autonomia, concorre a un’unità più ampia e suggestiva, rivelando la forza sintetica e concettuale che permea tutta la sua opera.
Il cinema d’artista si configura come una forma d’arte performativa che trascende la narrazione lineare, privilegiando una dimensione estetica capace di sollecitare interpretazioni intime e viscerali, in cui l’esperienza dello spettatore si intreccia con la polisemia dell’opera.

“Partii con la Bell and Howell 16 millimetri con lo zoom Angenieux alla scoperta del cinema e fui fortunato”
Il cinema ha rappresentato un ambito di primaria importanza nell’opera di Nespolo, consentendogli di collaborare con figure di rilievo provenienti da diversi orizzonti culturali. Ne sono esempi emblematici Italiana (2006), in cui dirige l’attore Giancarlo Giannini, e Film/A/To (2001), che vede la partecipazione del poeta e drammaturgo Edoardo Sanguineti, segno di un dialogo costante tra linguaggi artistici differenti.

